NOTA BIOGRAFICA
Andrea Boldrini è nato nel 1955 a Napoli. Ha svolto i suoi studi presso il Liceo Artistico Statale di Genova e l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove attualmente vive e lavora.
Principali mostre personali
Nel 2009 espone a Berlino all’Infantellina Gallery “I’m blue” mostra personale curata da Charlotte Infantellina, nel 2010 a Stuttgart espone in “Messe Stuttgart Antik & kunst” personale curata da Adelinda Allegretti. Con Patarini alla Galleria Zamenhof porta “Orizzonti di Attesa” nel 2011.E’ poi a Napoli al Museo di S. Chiara con la mostra personale intitolata “Ricalcolo” a cura di Angela Russo e a Nembro (Bs) alla Biblioteca Comunale in una personale presentata da Virgilio Patarini. Ancora nel 2011 è di nuovo a Napoli a Castel dell’Ovo dove espone “Miti e Riti” a cura di Beppe Palomba. Infine nel 2012 lo troviamo di nuovo a Milano alla Galleria Zamenhof con “Le ragioni del sentimento” sempre curata da Virgilio Patarini.
Principali mostre collettive
Nel 2008 partecipa a Milano alla Galleria Wannabee a “Male di miele” curata da Silvia Pettinicchio e sempre a Milano ma alla Galleria Zamenhof a “Koinè” curata da Virgilio Patarini. Nel 2011 sempre a Milano alla Galleria Zamenhof partecipa a “Il segno e la materia” curata da Rosamaria Desiderio e Virgilio Patarini. Lo stesso anno a Lecce al Castello di Carlo V° partecipa a “Orizzonti di Attesa” sempre curata da Virgilio Patarini. Mentre nel 2012 è a Barletta alla Galleria Zerouno, Fondazione De Nittis dove partecipa a “Schiusi verso l’inesauribile” curata da Anna Soricaro. E’ poi a Bergamo alla Fiera espositiva in BAF e a Tortona (Al) a Palazzo Guidobono dove partecipa a “Labyrinths of Wood” curata da Valentina Carrera, Virgilio Patarini e Barbara Vicenzi. Sempre nel 2012 espone a Palazzo Zenobio a Venezia in “Di luce e di ombra. Le ragioni del sentimento” doppia personale con Paolo Facchinetti, a cura di Virgilio Patarini all’interno della rassegna di
Arte Contemporanea prospettiva Post-Avanguardia.
NOTA CRITICA
“Quelle di Boldrini sono tele che ci mostrano “spazi pittorici” ma anche, al tempo stesso, luoghi d’elezione, condensati d’emozione che si aprono alla vista dello spettatore, alla sua fruizione, alla sua disponibilità di ricezione saturi di un colore denso, scuro, un colore che talvolta si schiude inaspettatamente alla luce abbagliante del bianco o alla tenerezza di tinte lievi, sfumate, di colori pastello.Sono spazi carichi di attese, di energia rappresa, trattenuta, in cui si gioca l’eterna partita tra l’istinto e la riflessione, tra la ragione e il sentimento. C’è la forza del gesto che si esprime ttraverso pennellate decise, evidenti, segni neri che scavano la tela. Ma poi c’è un’incessante ricerca di equilibri, in un gioco di pesi e contrappesi. E velature tese ad attenuare, ammorbidire o al contrario a scavare più a fondo. E colature che lasciano “spazio” anche al caso, anche se magari solo in parte. Sono paesaggi? Forse sì. Talvolta questi spazi sembrano alludere, evocare paesaggi. Oppure si tratta di una somiglianza solo superficiale, solo apparente, con paesaggi della natura. Di certo sono invece paesaggi dell’anima.”
Virgilio Patarini