NOTA BIOGRAFICA
Alessandro Rossi nasce a Milano nel 1953, dove consegue il diploma di maturità classica.
Nel 1988, dopo aver scoperto e ammirato le opere di un suo amico artista, sente nascere dentro di sé la spinta a dedicarsi egli stesso alla pittura.
Si indirizza subito verso l’informale sentendo questa poetica più adatta all’espressione delle proprie emozioni.
Le sue opere, dapprima su tavola e successivamente su tela, sono caratterizzate da largo uso di strati materici con l’inserimento dei materiali più vari.
Nel 1989 ha luogo la sua prima personale presso la galleria Il Porticciolo di Luino (VA).
Nel maggio 2010 tredici pagine gli sono dedicate dal volume Mondadori “La materia è il colore”
Sempre nel 2010 espone sue opere al Castello Estense di Ferrara, al Castello Malaspina di Massa e al Castello Carlo V di Lecce (“Progetto Post-Avanguardia”).
E’ presente sul volume Enciclopedia d’Arte Italiana “Selezione artisti dal Novecento ad oggi” pubblicato ad Aprile 2011.
Attualmente vive e lavora a Milano.
E-mail: ale.rossi3@alice.it
NOTA CRITICA
La pittura di Alessandro Rossi si nutre di colti riferimenti all'Informale e in generale all'arte del Novecento e si distingue per una spiccata originale sensibilità nell'uso della materia. Si tratta di una pittura che parte ogni volta da una sorta di azzeramento, da un grado zero, da un'ideale preliminare azione di “ tabula rasa “ che costringe il maturo artista milanese ad un uso parco e misurato degli elementi espressivi. Alessandro Rossi, come un piccolo novello Guglielmo Achille Cavellini, ha incontrato la pittura in età adulta, arrivando alla pratica artistica dopo essere stato affascinato dall'arte contemporanea come fruitore prima e collezionista poi. Per lui dipingere è innanzitutto una necessità privata, personale. Per questo forse la sua pittura è così libera, imprevedibile. A tratti forse bizzosa. Ma sempre comunque coraggiosa, capace di reinventarsi continuamente. Qualche volte audace, assoluta, quasi estrema. Penso ad opere come Notte senza fine o Solitudine. Nulla in Alessandro Rossi è scontato. L'opera precedente non lascia prevedere la successiva. Ogni quadro rappresenta una scoperta, un'invenzione formale: la perlustrazione di un nuovo territorio. Anche se poi alcune costanti è possibile ravvisarle, specie nelle peculiarità del gusto, in certe scelte stilistiche “minimal”, e soprattutto nell'uso della materia-colore: sempre, tendenzialmente, grumosa e metallica, ruvida e lucida. E nel privilegiare una scala cromatica sempre leggermente eccessiva: talvolta eccessiva nel negarsi, nell'azzerare il colore, nello scavare nei grigi, nel nero; altre volte eccessiva nel cercare accordi cromatici leggermente dissonanti, sottilmente inquieti, spiazzanti. Come una musica dodecafonica, che cerca l'incanto di una nuova armonia fuori dai canoni classici e risuona al nostro orecchio vagamente unheimelich: familiare e spiazzante al tempo stesso.
Virgilio Patarini
(dal volume "La materia è il colore" - Ed. Giorgio Mondadori - 2010)