NOTA BIOGRAFICA
Ilaria Battiston , nasce il 12 luglio 1973, pittrice, attrice.
Appassionata di fotografia,musica e teatro sceglie la pittura come mezzo espressivo di comunicazione.
Confrontandosi con insegnamenti e tecniche differenti per poter scoprire la vera essenza del proprio spirito artistico.
Avvicinandosi negli ultimi mesi del 2011 all'arte orientale contemporanea ed ai fondamenti della filosofia orientale tradizionale inizia a ritrarre prevalentemente gli alberi,mantenendo viva la passione per la figura umana e quella animale,per riscoprire quell'esperienza meditativa che permette di superare i limiti imposti da mente-corpo, lasciando nascere in modo naturale l'opera.
NOTA CRITICA
Armonia nello stile - L'arte di Ilaria procede con un progressivo allontanamento
dal disegno accademico verso una fusione di forma e colore. Le sue tele sono abitate da figure ancora ben distinguibili, su cui il colore interviene abbondante con colature che ne offuscano i
contorni. Il disegno perde nitidezza, la forma si smaterializza in un'unione armonica tra segno e colore. Contribuiscono a variare gli effetti materici delle opere i diversi materiali con cui
l'artista ama confrontarsi: dalla juta, alla carta di giornale, fino alla carta da pacchi, spesso combinando ad essi l'uso della sabbia.
E nel messaggio - Le figure, seppur dissolte nel colore, rivestono un valore simbolico per l'artista e rappresentano i legami più forti che
sostengono l'universo: l'amore materno e la sintonia che si stabilisce (o che dovrebbe stabilirsi) tra uomo e natura. Troviamo diverse scene di maternità e altrettanto numerose sono le opere in
cui l'uomo compare accanto agli animali. "Ritengo che questi siano i rapporti più autentici: il rapporto madre-figlio e uomo-natura. Su questa base si costruisce l'armonia dell'universo che tento
di tradurre nelle mie tele".
Verticalità senza limite - La verticalità è quella con cui il colore cade colpendo l'immagine, dissolvendola, spezzandola. L'azione che il
colore compie sulla tela le conferisce movimento e segna il passaggio dal figurativo alla sua lenta distruzione. In alcuni casi le colature oltrepassano il limite del supporto, dando un senso di
continuità oltre la tela. Un effetto di non finito che mette in contatto l'opera all'ambiente che la circonda e la rende emotivamente più vicina allo spettatore.
Manuela Ciriacono