NOTA BIOGRAFICA
Nato a Cantù nel 1948 ha frequentato l’Istituto d’Arte di Cantù, diplomandosi Maestro d’Arte. La sua attività artistica risale ai primi anni Sessanta, ma sino al 2001 si è rifiutato di esporre in pubblico le sue opere. Per Orsenigo questi “trent’anni di segreto lavoro, quasi al riparo da occhi indiscreti, o da giudizi frettolosi e intempestivi”, come scrive il noto critico Morando Morandini, sono serviti per affinare il suo stile pittorico definito“ la firma della sua volontà di fare e di esprimersi”. Esperto conoscitore delle tecniche della lavorazione del legno, svolge da oltre quarant’anni la professione di designer dirigendo un laboratorio artigiano. Dal 2001 ha esposto le sue opere in numerose personali, tra cui una retrospettiva allo “Spazio Guicciardini” di Milano, ad Aosta in due occasioni alla Saletta d’arte comunale e alla Torre dei signori di Sant’Orso, a Milano al Nuovo Spazio Aleph, Rosso Lacca, Galleria Zamenhof, a PortoVenere alle Fondamenta della Chiesa di San Pietro e al Castello Doria, a La Thuile Albergo Planibel e Spazio Aiat , a Saint-Vincent Salone delle Terme, a Figino Serenza Villa Ferranti, a Cantù palazzo La Permanente Mobili, a Como Spazio Espositivo San Pietro In Atrio, a Mariano Comense Galleria Mauri, a Vertemate con Minoprio Fondazione Minoprio e Rcm Arredamenti, a Menaggio Sala Consiliare. Diverse anche le collettive in IItalia e all’estero: Ferrara Castello degli Estensi, Chiostrino di Sant’Anna, Palazzo della Racchetta, Massa Carrara Castello Malsaspina, Lecce Castello Carlo V, Imperia Pinacoteca, Soleto Porta San Vito, Miilano Galleria Zamenhof, Archivi del 900, Artisti Quartiere Garibaldi, Fondazione Sassetti, La Permanente, Palazzo della Triennale, Innsbruck, Nimes, Parigi e New York. Di lui si sono interessati quotidiani e televisioni nazionali, fra cui “Rai3”, La Stampa, Avvenire, Il Giornale,Magazine di Repubblica America, La Provincia di Como, Il Corriere di Como. Le sue opere sono pubblicate nel volume “Post-Avanguardia” dell’Editoriale Giorgio Mondadori (2010) e si trovano presso: Aiat Aosta, Terme di Saint-Vincent, Comune di PortoVenere, Galleria Mauri, nonché , in collezioni private. Di lui hanno scritto: Laura e Morando Morandini, Gianni Pre, Franco De Faveri, Giuseppe Possa, Alessandra Masseglia, G.Vicentini, Corrado Cattaneo, Vittoria Colpi, Lorenzo Morandotti, Davide Corsetti, Paolo Levi, Virgilio Patarini, Alberto Longatti.
NOTA CRITICA
dal catalogo POST AVANGUARDIA editoriale GIORGIO MONDADORI
edito da CAIRO EDITORE 2010
Giuseppe Orsenigo è il prototipo dell'artista post-moderno. In lui c'è un impulso irrefrenabile ad una sintesi estrema di elementi lontani tra loro, apparentemente incongruenti, discordanti. La contaminazione per l'artista canturino è una seconda natura, un habitus mentale che è diventato
una seconda pelle. Egli usa di tutto per le sue composizioni: fotografia, disegno, pittura, disegno geometrico, materiali di ogni tipo come metallo, legno, resine, carte applicate. Spesso i suoi quadri sono veri e propri bassorilievi, con bombature metalliche, parti in rilievo, aggettanti. Gli elementi figurativi si mischiano a quelli informali, l'uso pop di fotografie tratte da riviste patinate si alterna a guizzi geniali di arte provocatoria e concettuale, in una ridda ubriacante di riferimenti, citazioni, allusioni, capaci di conciliare la dimensione onirica e delirante del mito con la quotidianità. Ogni opera di Orsenigo è l'esplorazione di un mondo. Ogni volta un nuovo mondo, in un gioco differente di razionalità e emozione, di sogni affastellati, scomposti e ricomposti e di concreti, puntuali riferimenti alla realtà. Con colpi di scena e alzate d'ingegno uniche e spiazzanti. Come ad esempio nell'opera intitolata 'Psicanalisi': una grande lastra di metallo nero, un metallo cangiante alla luce, lucido e opaco al tempo stesso, con al centro un buco, in profondità, qualche centimetro nel buio, una minuscola superficie di specchio infranto e ricomposto, in cui, non chiunque, ma solo il fruitore che si avvicini e guardi dentro, nel buco, può scorgere se stesso: il proprio volto, il proprio occhio infranto e ricomposto. Un'opera così, che coniuga Fontana e Pistoletto (e che li supera, almeno in sense of humour), basta da sola a sancire la statura di un artista. Perchè , certo, un artista come Orsenigo è un nano rispetto a giganti come Fontana e Pistoletto, ma se il nano si arrampica sulle spalle dei giganti ...
Virgilio Patarini