Nata a Roma il 30/11/1974
Residente in Via Palmiro Togliatti, 15 – 00030 Colonna (Roma)
Tel. 06 9439195 Cell. 347 1486927
NOTA BIOGRAFICA
Si diploma in Architettura, frequenta tre anni di corso teorico e arte applicata presso la scuola delle Arti Ornamentali in Roma specializzandosi in Oreficeria.
Nel 2002 consegue la laurea in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nello stesso anno si specializza in Fotografia e Fonderia artistica presso L’Accademia di Belle Arti di Santa Cruz di Tenerife (Spagna).
Dal 2000 inizia la sua attività espositiva, partecipando a mostre personali e collettive, concorsi, in Italia e all’estero, riportando numerosi apprezzamenti e riconoscimenti.
Hanno scritto di lei illustri critici e artisti, tra i quali: Paolo Levi, Vittorio Sgarbi, Tommaso Cascella, Nicola Carrino e altri.
Notizie del suo lavoro sono inserite nel libro “I Giudizi i Sgarbi 99 Artisti dai cataloghi d’Arte Moderna e dintorni” 2005 ed. G. Mondadori; nel “Catalogo degli Scultori Italiani” 2007-08-11 ed. G. Mondadori; nell’ “Annuario Comed” 2007-08-09-11 Guida Internazionale delle Belle Arti, ed. Comed; nel libro “Lo Spirito della Materia tra assenza e presenza” 2007 ed. G. Mondadori; nel “Catalogo Nazionale d’Arte Moderna” 2007-08-09-10-11ed. G. Mondadori.
NOTA CRITICA
Patrizia Murazzano è una scultrice precisa e determinata nel realizzare astrazioni oggettive, che con la loro presenza impongono una dinamicità visuale di forte impatto. Questa giovane artista si dedica alla sua ricerca coniugando variazioni geometriche, che si offrono allo spazio con aperture di estrema eleganza. A volte, è importante che un'artista sia di vera scuola, e che nel suo lavoro di ricerca nulla sia lasciato al caso. Nella sezione di architettura del Liceo Artistico di Roma, Murazzano ha ben appreso cosa sia la logica costruttiva e il rigore formale. Superando l'equivoco della modellazione, che forse già negli anni dell'apprendistato non corrispondeva più al suo concetto di verità espressiva della forma, è approdata, poco per volta, alla pura astrazione, optando per l'utilizzo dei materiali dell'industria moderna, e per la composizione di forme in equilibrio instabile, svettanti in un moto arioso che sfida le leggi fisiche. Sperimentatrice con una straordinaria capacità di invenzioni risolutive per contrastare lo spazio, con un linguaggio depurato dalle approssimazioni e dalle tentazioni decorative, ha prima realizzato bassorilievi in argilla. Il tessuto materico si allarga qui su un orizzonte bidimensionale di rilievi, presentando un'apparenza epidermica accidentata. Le masse sono marcate in superficie da segni misteriosi, eseguiti secondo una direttiva verticale, in un accordo di forme astratte che emergono a volte dal piano, e che a volte si rinserrano su se stesse in un sapiente gioco di instabilità. La sua formazione si è compiuta, come già abbiamo potuto vedere, attraverso le tappe inevitabili di un mestiere che progressivamente si è evoluto in un'attività di ricerca, dove è diventato preminente lo studio sui rapporti fra forma e lo spazio. Dopo la fisicità espressiva dell'argilla, la Murazzano è passata al bronzo con la costruzione di opere in verticale del tutto astratte, dove predominano la chiarezza e la purezza formale, e dove le risonanze cromatiche della materia patinata propongono un ordine attentamente composto e severamente antiretorico. Patrizia Murazzano ha anche utilizzato un ferro filiforme piegandolo, riducendolo ad emblema e quindi a portatore di un messaggio laconico, che delinea spazi dialettici fra la luce e l'ombra. La scultrice espone qui una personalissima sintesi di voluta instabilità, e persino visivamente ingannevole. In ogni caso, la sua abilità artigianale che è eclettica e vitalistica, costringe la materia a esercitarsi in una tensione portata ai limiti, oltre i quali può solo avvenire lo scatto dirompente di un'esplosione. Simboleggiando la forza e l'armonia, queste opere definiscono la libertà interiore che solo è consentita in arte, ma non solo, dalla padronanza e dalla consapevolezza dei propri mezzi espressivi. Con le sue prime belle composizioni plastiche in gesso e in bronzo patinato, la scultrice sembrava guardare all'espressionismo informale del secondo dopoguerra. Nelle opere più recenti dove Murazzano alterna al ferro il pvc speculare, il discorso sulla scultura come corpo non stabile su base ferma-in una condizione, quindi, di squilibrio e di illusioni ottiche che la luce riflessa amplifica in evanescenze-ha assunto il significato perentorio di un'affermazione di stile. Si tratta infatti di costruzioni che si collocano in un vuoto luminoso, che affermano un messaggio di purificazione senza compromessi, una sorta di sfida all'horror vacui che tormenta il nostro presente aggredito dalle immagini, una risposta di silenzio al vano chiacchiericcio che riceviamo dal mondo.
Vittorio Sgarbi