NOTA CRITICA
Salvatore Alessi è un pittore che sa trasmettere le sue emozioni attraverso una sinfonia cromatica orchestrata con sapienza, esprimendosi in un informale di tendenza lirico-espressionista, che si applica con forza e virtuosismo a una stesura ritmica decisa, come il miglior Hans Hartung alla fine degli anni Settanta.
I suoi lavori dalla forte cromia sono costruzioni complesse, allusive della natura o anche solo dell'immanenza del colore come materia vitale, ma sempre di estrema chiarezza compositiva.
Solo in apparenza la sua ricerca è contrassegnata da un'esecuzione dove si dà libero spazio all'istinto; in verità, in queste stesure contrappuntistiche di colori primari non ci sono ripensamenti né correzioni, ma una calcolata preordinazione.
Questo artista ha la dote di non tradire mai l'intento iniziale di pensiero immesso con gesto abile sulla tela, poiché ogni sua ricerca appare come una costante mutazione espressiva legata a una scrittura cromatica ritmica, fitta, sinuosa e spesso filiforme.
Immettendo nel colore una sorta di pensosa inquietudine, egli si interroga attraverso una pittura densa di emozioni che, guidate dalla mente, lo portano a una gestualità sapiente e precisa, sia nella organizzazione dello spazio, sia nei giochi di luce che appaiono qui estremamente sofisticati.
Le forme calde e oggettive rimangono espressivamente compatte, annunciando un universo chiuso che tende a essere lentamente rivelato a un occhio attento.
Sono lavori che tendono all'essenziale, e che in alcuni casi potrebbero alludere a un cosmo che presagisce annunciazioni, mentre altre volte i colori primari occupano spazi chiusi, inscenando un'implosione che guida l'occhio verso approdi inaspettati.
Comunque, la sensibilità materica di questo pittore riproduce una sorta di cancellazione e di rinascita del mondo.
Paolo Levi