NOTA BIOGRAFICA
Marco Cressotti ( 1974 ) - Milano
Marco Cressotti si affaccia nel panorama contemporaneo con l'unicità della ricerca.
L'interesse per il colore, i materiali nuovi e alternativi, lo portano ad esplorare in profondità lo spazio pittorico manipolandolo sino a toccare molteplici dimensioni.
L' artista, autodidatta, unisce il puro istinto alla riflessione e alla razionalità.
Spinto dal desiderio di scoprire e sperimentare va a porsi in quel contesto di avanguardisti distinguendosi quindi per l'originalità dei suoi stili.
Quello che a volte sembra apparire come appena abbozzato, è invece frutto di un'indagine ponderata e introspettiva.
Nella serie "Le figure leggere", Cressotti, usa principalmente strisce (bande)
di tessuto per dar vita ad immagini; non è proprio figurazione semplice, anche se il soggetto appare quasi immediatamente alla vista dello spettatore.
Si tratta di tessuti a volte disposti e intrecciati con geometrie semplici, minimali,
e a volte portati oltre ogni limite, quasi a sfidare le leggi fisiche, ricoperti dall’energia stessa della natura.
Sono pertanto opere studiate nei minimi dettagli e attentamente calibrate nel movimento che cadono nel paradosso del dipingere senza dipingere.
Marco Cressotti riesce a comunicare amore, bellezza, timore, erotismo, vita e morte.
Tra i suoi principali obbiettivi troneggia lo scambio di emozioni che non deve avvenire più soltanto in un proprio esclusivo territorio,ma si estende ed è condivisibile anche da altri.
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private .
NOTA CRITICA
- Lo spazio oltre -
Quando la pittura tende alla tridimensionalità significa che l’artista vuole prendere in considerazione uno spazio che appartiene di più alla scultura.
Naturalmente sulla tela lo spazio che va oltre l’altezza e la larghezza può essere
“in avanti” e/o “indietro”.
È proprio il caso di Marco Cressotti che, attraverso le sue costruzioni ritmiche,
basate sugli avvolgimenti di “tele trattate”,
imbastisce delle strutture ad ampio respiro che modulano variamente lo spazio.
I nastri costituenti il tessuto costruttivo delle sue opere, prevalentemente monocrome,
si articolano “dentro e fuori” il dipinto lasciando degli spazi vuoti,
in cui traspare il bianco sottostante della parete che li supporta,
crescendo in aggetto negli “spazi pieni” definiti dal materiale usato.
La risultante dello svolgimento di questa “matassa” è una progressiva definizione
di spazi alternati che si costruiscono,
articolandosi, man mano che le sue “tele trattate” si dipanano.
In questa costruzione l’alternanza di “pieni e vuoti” crea un gioco dialettico e ritmico tra le parti
simile a quello che il ragno traccia nello spazio.
Ne risulta un effetto di levità e pesantezza che, distribuendosi sullo spazio da lui definito,
caratterizza, attraverso diagonali, orizzontali e verticali, la poetica dell’artista.
Marco Cressotti ci ricorda, attraverso le sue opere, molte “pieghe” di stoffe, lenzuola, abiti,
che esistono nella nostra realtà quotidiana,
riuscendo però, con la sua abilità costruttiva, ad evidenziare, concettualizzandole,
le varie dimensioni plastiche ottenute.
È una pittura la sua che, sia pure su ampi piani,
riesce a modulare uno spazio sotteso al materiale usato;
ne risultano un più ed un meno che, in qualche misura, si bilanciano creando,
attraverso variazioni multiple, sottili equilibri.
I giochi della luce su questi materiali accentuano, definiscono o sfumano i vari piani costruiti creando spazi tridimensionali
che intensificano l’effetto plastico delle sue composizioni.
Silvano Battistotti