NOTA BIOGRAFICA
Giorgio Carluccio nasce a Tuturano- Brindisi il 20/10/1948. Studia presso il Liceo Artistico di Lecce negli anni ’64-’68. Consegue il diploma in scultura, presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, nel 1973.
Nei primi anni ’70 opera nell’ambito dell’informale, colpito dall’espressionismo astratto e dai concetti spaziali di Lucio Fontana. Nelle sue forme a struttura evolutiva non esclude mai la figura umana o alcune sue parti.
Negli anni ’80, in qualità di docente, si dedica alla sperimentazione delle discipline plastiche nell’ambito della didattica presso istituti artistici e licei.
Dal ’95 con le opere bifacciali concretizza l’idea di un modo nuovo di fare scultura. A partire dal 2001, con l’uso di più materiali nella stessa opera, prende corpo l’idea di superamento dell’unitarietà dell’oggetto artistico nei suoi elementi formali ed espressivi: nell’opera una percezione visiva di discontinuità estetico- formale.
E’ PRESENTE IN CATALOGHI E ANNUARI D’ARTE VARI TRA QUESTI:
Itinerari d’Arte Contemporanea. Dalla crisi alla figurazione attraverso la Triennale di Roma 2011 (ed. Rosa dei Venti);
5a Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara. Settembre 2010/gennaio 2011 (ed. Giorgio Mondadori);
Catalogo degli Scultori Italiani 2009-2010 e 2011-2012 (ed. Giorgio Mondadori);
Terza Dimensione (ed. Giorgio Mondadori);
Enciclopedia d’Arte Italiana (ed. Enciclopedia d’Arte Italiana).
NOTA CRITICA dal Catalogo Scultori Italiani 2011-2012
«Il linguaggio plastico di Giorgio Carluccio si connota in modellati di chiara vocazione concettuale. Con essenziale efficacia e sintesi formale egli esprime nella definizione tridimensionale le tensioni, i disagi e le lacerazioni interiori che affliggono l’uomo contemporaneo.
Le sue opere si costruiscono sul criterio della leggerezza senza tuttavia perdere la propria intensità espressiva. È presente in esse una reminescenza della Pop Art, riconoscibile nei colori brillanti e nelle forme accattivanti. La terracotta, il ferro e la corda diventano gli elementi fondanti delle sue composizioni, ognuna referente semantico di un messaggio che si svela in accenti di coinvolgente
lirismo. Carluccio unisce così momenti di raccolta meditazione a sferzanti impennate d’ironia, sollecitando l'osservatore a un gioco interpretativo che lo spinge a confrontarsi con ombre del sentire che fluttuano tra gli anfratti più reconditi dell'io.»
Paolo Levi