NOTA BIOGRAFICA
Curioni Lorenzo (Alzate Brianza, 1951) inizia come autodidatta dipingendo paesaggi ed angoli suggestivi. Successivamente frequenta diversi corsi tra i quali quello di pittura e di nudo tenuti dal Prof. Angelo Bellini. Partecipa a diverse mostre e concorsi. Dall’inizio degli anni duemila il suo interesse è rivolto soprattutto verso il paesaggio metropolitano.
Negli anni 2009- 2011 ha esposto alla 13° edizione fiera Forlì con la Galleria Alba, “Arte e Musica”al Castello Estense di Ferrara; premio d’Arte Contemporanea il Segno 2009 alla Galleria Zamenhof di Milano; esposizione permanente alla Galleria la Spadarina di Piacenza, minipersonale alla Galleria Alba di Ferrara; mostra itinerante di arte pittorica Gubbio-Fano Arconi del Palazzo dei Consoli Gubbio; mostra personale alla Galleria Santa Teresa di Fano; premio d’Arte Contemporanea il Segno 2010 ; Pinacoteca Civica di Imperia. 2010
“come uno specchio”collettiva all’atelier Shagall di Milano-2010. “Città e Metropoli” personale alla galleria Zamenhof di Milano.2011. 40 artisti della Enciclopedia d’Arte Italiana al Palazzo della Rocchetta di Ferrara 2011. “Up down town”mostra d’Arte Contemporanea alla galleria Zamenhof di Milano. “Agrigento Arte 2011. Premio d’Arte Contemporanea il “Segno”2011. “Koinè 2011” mostra d’Arte Contemporanea alla galleria Zamenhof di Milano 2011”.Discorsi sulla realtà 2” alla galleria Zamenhof di Milano 2011. Libere variazioni contemporanee alla galleria Ariele di Torino 2011.
Fare Arte, Fabbri editori, Milano 1990; Boè periodico bimestrale, Centro Diffusione Arte n°6 2005; Dizionario enciclopedico internazionale d’arte , Alba, Ferrara 2007; Artecultura, Silvia Editrice, n° 4 Aprile 2010; Catalogo delle quotazioni 2009-2010, Alba, Ferrara 2010; Enciclopedia d’arte italiana 2010.
NOTA CRITICA
Il linguaggio delle cose.
Secondo il pensiero comune, storicamente avvallato in pittura, il paesaggio è la tra mutazione visiva dello sguardo dell’uomo sulla natura, in conformità alle sue sensibilità percettive, ma avviene che esista un’altra forma di paesaggio; quello costruito dall’operosità dell’uomo. Ovvero il paesaggio delle cose concrete, genericamente, perlopiù considerato paesaggio urbano. Qui l’interpretazione assume connotati filosofici, in quanto si va ad indagare nella psiche dell’essere umano, protagonista nelle bellezze o nelle violenze delle sue opere.
In questo difficile contesto emerge la personalità del pittore Lorenzo Curioni. Subito s’intuisce come egli sa affrontare le sue scelte con saggio discernimento, riuscendo a “liricizzare” in chiave poetica, anche l’ossessione delle strutture contemporanee, ossia quella fredda apparenza degli enormi volumi che sembrerebbe rifiutare ogni divagazione emozionale. Il pittore diventa protagonista di un processo fenomenico che va aldilà delle constatazioni di fatto. E’ capibile che egli giustamente si preoccupi di disciplinare i ritmi espositivi, cercando di evitare eccessi o mancanze fuori registro e soprattutto voglia temperare rigorosamente la cromia, attento a rispettare le sequenze tonali e di rapportarle ragionevolmente al soggetto interpretato, un esercizio di continuo equilibrio (indicativamente di matrice chiarista) sviluppato armoniosamente tramite una tavolozza pulitissima.
Allora è quasi scontato che la presenza fisica dell’essere nel quadro, sia soltanto un fattore marginale, direi un passaggio estemporaneo, quindi solo complementare all’assieme del dipinto.
Perché, insisto, la presenza attiva va cercata in primo luogo, nella capacità dell’Autore di dire e di dare con cognizione di causa. Ecco perché in Curioni, ammiro soprattutto, la sua ansia appassionata nella pura ricerca, senza la pretesa di assurde avventure.
Giuseppe Casiraghi