NOTA BIOGRAFICA
Mara Gessi vive e lavora a Ferrara, ha studiato sia pittura che scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna al liceo artistico Dosso Dossi di Ferrara. Ama dipingere, fare dell’antiscultura. Predilige la contaminazione dei linguaggi e l’aria leggera del vento.
Espone dal 1997 spaziando tra pittura, scultura, installazioni, libri d’artista e creazioni visive collegate alla poesia e alla letteratura.
Nel 2009 vince il 1° Premio per la direzione artistica della performances “Un fiume lungo un secolo” dedicato a R. Bacchelli. Rò - Ferrara
Nel 2010 è selezionata al “Premio Arte” organizzato da Cairo Editore - Milano.
Nel 2011 vince il 1° Premio per la direzione artistica del progetto di scenografia tetrale dedicato a “Come mi batte forte il tuo cuore” di Benedetta Tobagi.
Organizzato da Unidustria di Ferrara.
Nel 2011 è premiata al “Premio GenovArte” organizzato da Satura Gallery - Genova.
Nel 2011 è vincitrice al “Premio Il Segno” per l’opera più originale organizzato da Galleria Zamenhof - Milano.
Nel 2011 è finalista al “Premio Arte” organizzato da Cairo Editore presso il Museo della Permanente di Milano.
Nelle sue configurazioni ci sono temi e procedimenti ricorrenti, spesso fa uso di elementi simbolici, nelle sue rappresentazioni propone insistentemente labirinti testuali dove i pretesti iniziali sconfinano con facilità in altri successivi.
Nella creazione artistica procede per assemblaggi, unendo forme naturali e forme artefatte così che segni, oggetti, simboli, attraverso un processo di contaminazione, generino un flusso liquido, labile, precario, mai fermo.
Il filo conduttore di questo percorso è la leggerezza, la materia rarefatta e sottile.
liquido, labile, precario, mai fermo.
Testi critici di:
Paolo Levi, Giuseppe Possa, Gianni Cerioli, Riccardo Roversi, Roberto Guerra, Lucia Boni, Deborah Benigni
CONTATTI
Mara Gessi
Via De Roberti 7
44121 Ferrara
Cell. 347 61 40 297
E-mail: mara.gessi@libero.it
Internet: www.maragessi.it
Video: http://www.youtube.com/user/lagalleriadelcarbone#p/a/u/0/v-mJuMIDyt4
NOTA CRITICA
Uno sguardo sospeso
Sollevati, sostenuti in alto, appesi, gli organismi architetturali di Mara Gessi vòlitano sul soffitto della Galleria del Carbone. Interrompono il nostro ambito spaziale quotidiano, lo differiscono, anzi, di quel tanto che è necessario a rendere meno incerto il loro modo di porsi.
Le sospensioni di stato di questi assemblaggi concettuali declinano una lista di un insieme infinito: di oggetti, di frammenti vegetali o animali, di manufatti ... di orpelli poetici del reale.
L'atto, l'effetto del sospendere che l'artista sviluppa in questa sua ricerca spiazza il visitatore. Lo schema della casa, che raccoglie e racchiude, diventa una forma – inventario entro la quale rifondare la natura e la cultura. All'interno di questa struttura Mara svolge poi sapientemente un'attività testuale, dipana un suo privato viluppo narrativo, capace di fondare percezioni, argomentazioni e concetti tenuti insieme da una fine ironia.
I labirinti testuali che Mara Gessi propone forniscono pretesti continui per sconfinare in altri pretesti dimostrativi. La leggerezza diventa il filo conduttore di un percorso tanto più articolato e complesso quanto più la presenza della materia si fa sempre più rarefatta e “sottile”.
In questo senso il nido, che è posto nella struttura della piccola casa diventa una reiterata dichiarazione di ricovero. L'effetto di ridondanza che la presenza di questi due oggetti comporta, non finisce mai di sollecitare catene di riflessioni e pensieri.
Anche il frammento di ceramica graffita ferrarese racconta di una città e di una cultura figurativa, narra di volizioni e di innamoramenti, produce intrecci di storie e affabulazioni anche al di fuori della Storia.
Appesa nello spazio ogni forma creata o ricreata si porta appresso un tempo altrettanto sospeso. Vi è, infatti, un tempo lungo che caratterizza tutta l'opera di Mara Gessi, fatto di decantazioni, di dilazioni e incantamenti. Le procedure slittano silenziose l'una nell'altra. Le azioni dell'aggiungere e del togliere lasciano le composizioni e i supporti privi di ogni eccesso, di ogni esorbitanza. Tutto è equilibrio, misura e moderazione.
Come lei stessa confessa:
Evito, talvolta, di ricorrere a pretesti figurativi, perché bastano le azioni di asporto, di copertura, l’arrendevole e inoffensiva reazione della materia più debole a quella più forte “per rivelare” sensi specifici, non confutabili, per condurre alle corde della tensione mentale e sentimentale, alla condizione di “esistere”... È qui che la mia ricerca si indirizza, procede cioè nella direzione del transito, dell’instabilità, del divenire che è il “destino dello spirito”.
L'artista contemporaneo esplora un mondo oltremodo complesso, fatto di segni, di oggetti, di simboli. Andando alla ricerca delle fonti della percezione, mette in dubbio il nostro modo di aderire al reale. Il suo occhio sospende ogni giudizio sulle condizioni di esistenza delle cose che guarda. Eppure, preso nel vortice della fluttuazione dell'esserci dei segni, ad ogni azione visiva che compie, anche la più piccola, riesce a trasformare, a metamorfosare il reale attraverso un processo di contaminazioni, di caratterizzazioni, di sospensioni e di riprese. Pittura, scrittura, scultura realizzano allora la stessa inquietudine del segno: generano un flusso liquido, labile, precario, mai fermo.
Gianni Cerioli