NOTA BIOGRAFICA
Simone Azzurrini nasce a Firenze il 28/09/1970, vive e lavora a Vaglia (Firenze). II percorso di studi e la formazione artistica sono svolti presso l’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana di Firenze nella sezione Oreficeria, il Liceo Artistico Statale L. B. Alberti di Firenze (corso serale), l’Accademia di Belle Arti di Firenze nella Scuola di Scultura dei prof. A. Di Tommaso e V. Bianchi (Tesi in Estetica: “Compenetrazione Uomo-Natura: le radici vitali dell’uomo: Nuovo Soggetto-Arte” relatore prof. Dario Evola) e l’Accademia di Belle Arti di Carrara dove ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento. Dal 2007 è docente di ruolo di Discipline Plastiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Montemurlo (Prato). Le esperienze professionali spaziano dai laboratori di oreficeria, argenteria, formatura e modellistica. Quelle didattiche dai laboratori con i bambini, alla scuola media statale di 1° e 2° grado, all’Accademia privata, fino all’Istituto Statale d’Arte.
Le esperienze artistiche vedono la sua partecipazione a numerose mostre, eventi, ambientazioni, installazioni, tra cui ricordiamo: ‘Arte e Moda in Musica’ a Signa; ‘L’Italia a Monaco, Artisti Contemporanei’, a Montecarlo; ‘Il Rifugio su la Rupe tra gli Alberi’, a Prato, Sarnano (MC), Fermo (AP); ‘Visioni’; ‘Art Day’; 1° Premio Internazionale Città di New York, Galleria Giò Art, Lucca; 9° Gran Premio Int. Arte 2010, artisti contemp. Galleria Bonbonniére, Sanremo (IM); ‘Non ti scordar di me’, Museo Richard Ginori Manifattura Doccia, Sesto Fiorentino (FI). Tra i premi segnaliamo: Concorso Junior Platino; Concorso Giovani e Materia; XXI Premio Firenze Premio sez. Scultura-Mostra Virtuale su Internet; 1° Premio Internazionale Città di New York sez. Scultura-Attestato di Merito e pubblicazione opera. Nel 2008 pubblica il libro “Le possibilità espressive del marmo e della pietra” (tesi di abilitazione all’insegnamento), Editoria & Spettacolo, Roma (acquistabile su ordinazione in libreria e sul sito www.editoriaespettacolo.it): un percorso per immagini dalla preistoria al XXI secolo, un’esperienza tecnica dal sapore antico di lavorazione del marmo ed un progetto di percorso didattico per dimostrare che la pietra può essere sempre un materiale attuale nel linguaggio dell’arte contemporanea.
NOTA CRITICA
Le sculture di Simone Azzurrini sono oggetti rituali: sono effigi di divinità primordiali, totem o piccoli menhir. Le sue installazioni sono veri e propri recinti sacri: piccoli templi all'aperto o sancta santorum di culti preistorici. L'intero agire artistico del giovane scultore toscano si può comprendere a pieno solo se correttamente collocato in una dimensione laicamente religiosa. Tutto nell'operare artistico di Simone Azzurrini è improntato ad un approccio spiccatamente religioso, mistico e concreto al tempo stesso: il suo rapporto con i materiali, la loro scelta e il loro utilizzo (il legno bruciato, la cenere, la sabbia, le terre, i pigmenti, la corda, le pietre), la ritualità che presiede alla costruzione dell'opera, la scelta delle forme primordiali utilizzate (il cerchio, la sfera, il quadrato), così come il rapporto tra l'opera e lo spazio che la contiene, che la accoglie, specie nel caso delle installazioni. Se scolpisce la pietra, quello che scaturisce dalle sue mani è il simulacro di un'arcaica divinità femminile: una primordiale Dea della Terra e della Fertilità. Oppure un Dio Toro. Un soggetto che ti immagini di trovare al centro del luogo sacro di una qualche antica civiltà dissepolta in uno scavo archeologico. Le sue installazioni circoscrivono lo spazio con forme archetipiche (il cerchio, il quadrato, la croce) e oggetti rituali (pietre, corde, pali), come per catturare le forze, le presenze, le energie circostanti. Sono luoghi fatti per attirare, per evocare, per catturare le divinità che ci circondano, per convolgliare le energie positive e respingere, tenere letteralmente fuori dal recinto sacro le forze, le energie negative. Hanno per questo una funzione sacra e apotropaica, ma anche socializzante. Sono luoghi dove riunirsi a pregare, dove incontrare, dove accogliere il divino. Luoghi dove la divinità ci può possedere. Luoghi dove può affiorare, rivelarsi, manifestarsi il Dio che c'è in noi. E dove possiamo essere migliori. Almeno lì, in quel luogo, in quel momento. poi, dopo, intorno, fuori continua l'affanno quotidiano.
Virgilio Patarini